Esito finale del laboratorio teatrale Io è un altro
Data: 04 GIUGNO 2025 dalle 21:00 alle 22:00
Luogo: Via Zamboni, 38
Tipo: Corsi e laboratori
Perché assumere l’Orlando furioso come punto di partenza per un laboratorio di teatro? Domanda forse oziosa. Per la stessa ragione per cui, sempre, i capolavori sollecitano riscritture e digressioni. Li si assume nella potenza archetipica delle loro invenzioni, del loro immaginario, della loro simbolica ricchezza. E in quanto a tutto questo, l’opera principale di Ariosto non conosce rivali, tanto che spesso è stato trasposta a teatro (su tutte, indimenticabile resta il grande spettacolo di Luca Ronconi del 1969).
C’è soprattutto, alla base della sua proliferazione di storie fantastiche, un elemento che è apparso subito perfetto per innescare singolari sovrapposizioni con la materia di un laboratorio che vede protagonisti studenti e studentesse della nostra Università: l’impulso desiderante che muove tutti i personaggi del poema. Un impulso quasi ossessivo, che il protagonista Orlando rivolge esclusivamente a una fanciulla bellissima, Angelica. Ma non è l’unico: molti sono i paladini che la rincorrono, come dietro a un sogno d’amore sempre frustrato. E molti quelli che inseguono altri, diversi, sempre cangianti sogni.
Perché forse, alla fin fine, il sogno è uno solo, identico per tutti. Un sogno di felicità, di appagamento: la possibilità, magari, di trovare il proprio posto nel mondo, e di tenerselo a dispetto di tutto e di tutti. E se Orlando fosse per questo l’unico personaggio lucido in un mondo completamente impazzito?
D’altro canto, è stato lo stesso Ariosto a suggerire questa soluzione: tutto ciò che si perde va a finire sulla luna; tutto, tranne la pazzia: “Sol la pazzia non v’è poca né assai / che sta qua giù, né se ne parte mai”.
Per raggiungere Angelica, allora, bisogna prima ritrovare il senno del mondo, salire fin sulla luna o farla addirittura scendere tra di noi, e rinsavirlo, questo mondo, calmarlo, ridare luce a migliaia di occhi offuscati dalla paura.
L’energia contagiosa di queste ragazze e di questi ragazzi ha provato a farlo, e lo ha fatto ogni sera in cui, attraverso un semplice laboratorio di teatro, si è arrivati a costruire l’esito finale che vogliamo proporre al pubblico.
La luna, tutto sommato, non è poi così lontana.
Nicola Bonazzi, docente di Letteratura teatrale italiana presso il Ficlit e co-direttore artistico della Compagnia Teatro dell’Argine, è dramaturgo e regista. Tra i suoi testi teatrali: Liberata (2006), Eden (2009), Casa del Popolo (2017), Da grande voglio fare l’aggettivo (2023). Con il Teatro dell’Argine ha curato negli anni progetti educativi e partecipati di grande rilevanza sociale e artistica; tra questi Futuri maestri (2017) e Politico poetico, tuttora in corso. Si occupa da anni di pedagogia teatrale.
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